Barcellona tradito da Messi

Un eroico Chelsea va in finale

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  1. ¬Kuma
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    Il calcio è lo sport più emozionante al mondo perché ti regala serate come questa. E perché non sempre vince il più forte. Altrimenti a Monaco, in finale di Champions, ci sarebbe andato il Barcellona. Invece è il Chelsea a guadagnarsela con merito, dopo un 2-2 memorabile. Se ti ritrovi al Camp Nou sotto di due gol e con un uomo in meno e hai la forza di rialzarti, vuol dire che dentro hai qualcosa di speciale. Quelle doti che sembravano sparite con Villas Boas e che Roberto Di Matteo ha saputo riscovare. Poi, certo, c'è anche la fortuna. La fortuna di trovare una serata storta del miglior giocatore del mondo, Messi, che stampa il rigore-qualificazione sulla traversa. La fortuna di vedere l'unico vero spunto della Pulce sbattere sul palo. La fortuna (e la bravura) di trasformare in gol tutte le tre occasioni avute in 180'. E il demerito, stavolta dei tuoi rivali, che invece sottoporta regalano troppo nelle due partite.

    CHI CAMBIA E CHI NO — Guardiola conferma la tendenza degli ultimi tempi: ogni partita una formazione. Rispetto al Clasico escono Dani Alves, Thiago Alcantara, Tello e Adriano per Piqué, Fabregas, Cuenca e Sanchez. Il modulo è un 3-3-3-1, con Sanchez riferimento centrale davanti a Cuenca, Messi e Cesc. Di Matteo invece schiera lo stesso undici di Stamford Bridge, un 4-5-1 col solo Drogba che resta davanti alla linea della palla.

    CATENACCIO BRITISH — Perché, dichiarazioni della vigilia a parte, il piano tattico dei Blues è lo stesso di sei giorni fa. Una difesa esasperata, con le due linee molto compatte a chiudere tutti gli spazi al Barcellona. Di ripartire non se ne parla neanche. I piani di Di Matteo si complicano quando il solido Cahill di questi ultimi tempi deve uscire per infortunio. Dentro Bosingwa e Ivanovic va centrale. Guardiola, che vorrebbe allargare il campo con Cuenca a destra, vede una delle sue opzioni respinte. Perché Cole non si fa mai saltare. Allora i catalani possono solo passare centralmente: ci vuole una magia di Fabregas di tacco per liberare Messi, che però non supera Cech di sinistro. Il Chelsea non concede poi moltissimo, ma immaginate due linee, una dentro l'area e una appena fuori: avrete la disposizione dei Blues.

    ILLUSIONE — Davvero troppo basso il Chelsea. E siccome il Barcellona non può sempre sbagliare le occasioni che crea, la gara si sbocca. Dani Alves (entrato per Piqué, uscito dopo aver ricevuto un colpo casuale dal compagno Valdes in uscita e trasportato per precauzione in ospedale) raccoglie una respinta su corner e vede Cuenca a sinistra. Il canterano la mette in mezzo di sinistro dove Busquets può appoggiare in rete. Grande assist e vantaggio strameritato.

    TERRY, CHE FAI? — Parità quindi ristabilita dopo l'andata. E subito dopo ecco un altro episodio decisivo. Nasce da un giocatore fumantino, con un carattere non facile. Ma certamente molto esperto, anche e soprattutto in questo tipo di partite, John Terry. JT rifila una ginocchiata a palla lontana da dietro a Sanchez. Gesto da rosso, anche se non particolarmente violento. Bosingwa va centrale, Ramires arretra terzino. Il Barça, partito un po' contratto, si scioglie: Sanchez avvia l'azione, Messi serve nello spazio Iniesta col tempo giusto e il numero 8, che di gol pesanti al Chelsea se ne intende, batte Cech.

    PERLA BRASILIANA — A questo punto sarebbe facile pensare alla goleada. Al doppio confronto archiviato. Mai farlo. Soprattutto quando si affrontano una squadra moralmente più che solida e una che qualcosa dietro ti concede sempre. Stavolta con Busquets, che non capisce l'inserimento di Ramires e accenna un'uscita completamente fuori luogo. Così il Chelsea completa il delitto perfetto: Lampard mette nello spazio per il brasiliano, che entra in area, vede che Valdes è a metà strada e lo beffa con un gran pallonetto di destro. Splendido gol. E squadre al riposo sul 2-1.

    ANCHE I MARZIANI... — E' serata di grandi emozioni al Camp Nou. Il Barça riparte a testa bassa. Si capisce subito che sarà durissima per gli inglesi. Che potrebbero subito capitolare: Drogba, che di fatto fa il terzino, stende Fabregas in area. Rigore netto. E Messi, nella stessa porta in cui quest'anno ha sbagliato col Siviglia nel recupero dello 0-0 in Liga, calcia male e prende la parte alta della traversa. Tempo per rimediare ci sarebbe, ma il Chelsea col passare dei minuti concede sempre meno a una squadra che avrebbe bisogno di rifiatare. E che non ha la condizione dei momenti migliori. Messi, che non può accettare di uscire così, offre l'ultimo sussulto. Che però si spegne sul palo. Così nel recupero Torres (entrato per un Drogba commovente) vola da solo in contropiede e firma un 2-2 francamente bugiardo. E' finale. Da giocare senza Terry (l'uomo che scivolò in quel famoso ultimo rigore a Mosca con lo United), Ramires e Meireles. Sicuramente da sfavoriti. Non notate qualche analogia con questa semifinale?


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